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martedì 20 febbraio 2024
L'Asinone e l'inquinamento
giovedì 14 settembre 2023
L'Asinone ha fatto un sogno, dopo le dichiarazione di Salvini
Salvini: “Sbarchi? È un atto di guerra…”
L’Asinone immagina la flotta italiana (foto) che sotto l’illuminata
guida del “nostro eroe padano” sta veleggiando per andare a difendere i sacri
confini del “Mare nostrum” in un epico scontro per affondare i barchini dei
migranti.
L’Asinone si augura che il motto del nostro condottiero non
sia uguale a quello lanciato da Mussolini nell’epico discorso pubblicato il 5 luglio
1943, solo alcuni giorni prima dello sbarco degli alleati, il 10 luglio, in
Sicilia: “…Bisogna che, non appena il nemico tenterà di sbarcare, sia congelato
su quella linea che i marinai chiamano del bagnasciuga…”
lunedì 30 gennaio 2023
"IL PD E’ RIUSCITO A SBRICIOLARSI DA SOLO"
Estratto dell'articolo di Milena Gabanelli, Simona Ravizza e Alessandro Riggio per corriere.it - https://www.corriere.it/dataroom-milena-gabanelli/pd-primarie-ecco-come-partito-democratico-si-autodistrutto-chi-sta-chi/3f9ad7c6-9f49-11ed-a35f-cb762b703658-va.shtml
Estratto parziale di quanto pubblicato oggi da Dagospia.
"IL PD E’ RIUSCITO A SBRICIOLARSI DA SOLO" – GABANELLI: "IN 15 ANNI, DAL 2007 A OGGI, HA BRUCIATO 8 SEGRETARI NESSUNO DEI QUALI HA MAI CONCLUSO IL MANDATO DI QUATTRO ANNI PREVISTO DALLO STATUTO" – LE GUERRE INTESTINE E LA DIVISIONE TRA CORRENTI: SOLO LA SINISTRA DEM CONTA 5 SOTTOGRUPPI (DA CUPERLO A ORLANDO, DAGLI ZINGARETTIANI A ORFINI FINO A BENIFEI) – "AREA DEM" DI FRANCESCHINI HA PERSO FASSINO CRITICO PER L’APPOGGIO A SCHLEIN, GLI EX RENZIANI DI BASE RIFORMISTA CON BONACCINI PUNTANO A RIPRENDERE IL CONTROLLO DEL PARTITO…
IL PIÙ LONGEVO, E AL TEMPO STESSO IL PIÙ DIVISIVO, È RENZI, L’UNICO A VINCERE DUE VOLTE LA SFIDA PER LA SEGRETERIA.
Nessun segretario Pd ha mai concluso il mandato di quattro anni previsto dallo Statuto.
I motivi delle dimissioni: sconfitta elettorale o spaccature nel partito diviso in correnti
Vediamo dove si posizionano oggi le diverse anime e come le Primarie stanno definendo nuovi equilibri.
Lo facciamo incrociando i database dei politologi Luca Verzichelli (CIRCaP-Università Siena), Luca Carrieri (Unitelma-Sapienza), e Giulia Vicentini (Università Napoli Parthenope) e una laboriosa raccolta di informazioni sul campo.
Il Partito democratico riunisce già dalla sua origine due fazioni: una più di sinistra e laica e un’altra più centrista e cattolica. Succede che quando una delle due diventa minoranza, a seguito della sconfitta alle Primarie o alla perdita della leadership, si arma dando vita a una nuova corrente.
Nel corso del tempo le divisioni ne generano di nuove, che vanno oltre le differenti sensibilità politiche e sconfinano in lotte di potere nel mantenimento di interessi personali.
Partiamo dalle correnti: come si formano e chi sono i principali esponenti.
Ala sinistra, che a sua volta riunisce cinque sottocorrenti.
1) I Giovani Turchi: lanciati da Matteo Orfini nel 2010 in piena era berlusconiana. Fanno parte la deputata Chiara Gribaudo e il senatore Francesco Verducci. Si sono staccati e ora sono autonomi il sindaco di Roma Roberto Gualtieri e il senatore a lui vicino Claudio Mancini.
2) Sinistra Dem: creata da Gianni Cuperlo a un mese dalla sconfitta alle Primarie contro Renzi nel dicembre 2013. La sostiene il senatore Andrea Giorgis.
3) I Dems: fondati da Andrea Orlando nell’agosto 2017, a pochi mesi dalla propria sconfitta alle Primarie di aprile contro Renzi. Tra gli esponenti di spicco, i parlamentari Peppe Provenzano (vicesegretario Pd con Letta) e Antonio Misiani (responsabile economico del Pd).
4) Prossima: lanciata nel maggio 2021 dopo le dimissioni di Zingaretti dai suoi fedelissimi Stefano Vaccari (responsabile dell’organizzazione Pd), Marco Furfaro (responsabile Comunicazione) e Valentina Cuppi (presidente Pd). Tra i più conosciuti Cecilia D’Elia (portavoce delle Donne democratiche), l’ex sindaco di Bologna Virginio Merola e Ouidad Bakkali.
5) Coraggio Pd: creata da Brando Benafei nell’autunno 2022.
Area Dem: nasce nel 2009 per volontà di Dario Franceschini dopo la sconfitta alle Primarie contro Bersani.
L’ex coordinatore della Margherita rappresenta i cattolici di sinistra, come i parlamentari Bruno Astorre (segretario regionale Pd Lazio), Alberto Losacco (commissario Pd Marche) e Anthony Barbagallo (segretario regionale Sicilia). Nel tempo aderiscono ad Area Dem anche deputati e senatori ex comunisti come Piero Fassino, Franco Mirabelli, Marina Sereni e l’ex ministra di origine diessina Roberta Pinotti.
Base Riformista (nota come gli ex renziani): esordisce nel maggio 2019 per arginare le fuoriuscite dal partito verso Italia Viva, che Renzi fonderà pochi mesi dopo.
È capitanata da Lorenzo Guerini e conta tra le sue fila i deputati Antonella Forattini, Andrea Rossi, Luciano D’Alfonso, Mauro Laus, Nicola Carè e i senatori Alessandro Alfieri, Simona Malpezzi, Alfredo Bazoli, Dario Parrini, Daniele Manca e Nicola Irto.
giovedì 26 gennaio 2023
I Riformisti postano la Risiera di San Sabba
Perché nessuno dimentichi l’Olocausto di 6 milioni di Ebrei.
I Riformisti ricordano oggi anche il Samudaripe
i Rom, gli Omosessuali, i Disabili, gli Antifascisti, i Testimoni di Geova, i Militari italiani che rifiutarono Salò, gli Infoibati, gli Zeka, gli Uiguri,
e tutte le vittime innocenti di
dittatori nazisti, fascisti, comunisti.
mercoledì 25 gennaio 2023
Sulla Sanità a Lucca plaudiamo ad Azione
Sulla Sanità lucchese è l’ora che il Comune di Lucca da un lato e Regione Toscana dall’altro si diano una mossa.
Due le emergenze da affrontare subito: la situazione dei
pronto soccorso degli ospedali del nostro territorio e la definizione di un
piano organico per l’utilizzo di Campo di Marte
Gli amici di Azione hanno ben descritto la situazione in essere e la necessità di interventi urgenti e chiari.
Una posizione limpida che
condividiamo in pieno.
Non è l’ora delle polemiche, degli scaricabarili, del populismo, la situazione dei Pronto Soccorso è al limite della decenza, indegna di un paese evoluto come il nostro.
L’intera area dell’emergenza è in una
situazione in cui è messo in serio pericolo il diritto alle cure tempestive dei
pazienti, è vilipesa la dignità delle persone, creando altresì un grave danno
al lavoro, alla professionalità ma anche alla sicurezza degli operatori
sanitari e degli addetti che vi operano.
Una situazione simile ad altre parti d’Italia per cui è
sempre più inconcepibile il rifiuto del centro-destra di utilizzare i 37
miliardi del MES che l’Europa mette a disposizione dell’Italia, per la Sanità.
Anche il tema della continuità assistenziale diventa sempre
più urgente in lucchesia.
Su Campo di Marte è l’ora che la maggioranza che governa il
Comune di Lucca dica alla città come intende portare avanti quanto promesso in
campagna elettorale, su una unica destinazione nell’ambito sanitario.
Una posizione coraggiosa che siamo pronti a valutare con
serietà, se fondata e argomentata su dati reali e proposte adeguate, in tempi che
tengano conto della urgenza delle scelte.
Il Sindaco Pardini ha rivendicato la sua essenza
democristiana, ne prendiamo atto con interesse: i democristiani hanno avuto
molti meriti in cinquanta anni di storia italiana, ma anche alcuni difetti
tragici, fra questi forse il peggiore quello di rinvii e tempi biblici quando
vi erano scelte difficili da fare.
Ci auguriamo che Pardini non sia democristiano in questo.
Francesco Colucci, RIFORMISTI
lunedì 23 gennaio 2023
Il sondaggio Swg per il Tg La7: PD al 14% Terzo Polo all'8,2%
Il recentissimo sondaggio SWG per il Tg La7 vede:
Il partito di Giorgia Meloni al 30,8%, con una discesa dello 0,5%.
I Grillini sono valutati al 17,4% in discesa dello 0,2%
Il PD tocca il suo minimo storico al 14% perdendo ancora lo
0,2%
Il Terzo Polo, Azione e Italia Viva salgono al 8,2% in
crescita dello 0,4%
La Lega sale dall'8,3% all'8,5%
Forza Italia al 6,6% con una crescita dello 0,2%.
Verdi e Sinistra (3,8%), +Europa (3,1%) e Per l'Italia con
Paragone (2,3%).
Un ottimo risultato per il Terzo Polo che continua ad
avvicinarsi al PD in discesa continua: manca poco più del 5% allo storico
sorpasso.
Tre considerazioni:
· I sondaggi del TGLa7 hanno visto storicamente
il Terzo polo sempre sottostimato rispetto ai sondaggi pubblicati da altri
sondaggisti e al risultato elettorale effettivo raggiunto nelle recenti
elezioni politiche.
· Il PD è in fase Congressuale e quindi
sovraesposto su TV, giornali e nella società civile e pur continua ad
arretrare.
· Il Terzo Polo è per ora una federazione fra Azione e Italia Viva che troverà sbocco nel nuovo partito Liberale e Riformista, solo a fine 2023, con una elaborazione programmatica che inizierà a primavera per concludersi a settembre. Una fase costituente aperta a tutti: movimenti, associazioni, cittadini che si riconoscano nei valori del riformismo liberale.
E E' da presumere e ci auguriamo vivamente che la distanza fra i due partiti continuerà a ridursi nei prossimi mesi man mano che il nuovo Partito Riformista si sarà formato e organizzato.
L L'obiettivo. indicato da Calenda e Renzi, è quello di divenire il primo Partito nelle elezioni Europee di metà 2024.
Francesco Colucci
martedì 10 gennaio 2023
Il caso Consip non esiste più, Romeo assolto: Travaglio a lutto Un articolo di Piero Sansonetti dal quotidiano "Il Riformista" del 10 gennaio 2023
Ma non era lo scandalo del secolo?
Il Caso Consip si è concluso con un’assoluzione generale.
Lo scandalo Consip non c’è più.
Era una balla, una bolla di sapone.
Con gioia di alcuni (tra i quali la signora verità) e lutto
di altri.
Tra un po’ vediamo chi.
La famosa gara Fm4, con in palio appalti per quasi tre
miliardi di euro, si svolse regolarmente, non ci fu alcuna turbativa d’asta.
Il tribunale di Roma ha deciso così, al termine di un lunghissimo
processo penale ed un estenuante e battente processo mediatico, ricco di gogne,
accuse infondate, linciaggi morali.
La Corte ha detto che il fatto – cioè la turbativa d’asta – non sussiste.
Il caso Consip era tutto lì: nell’ipotesi che quella gara ricchissima fosse stata truccata. Il processo e la campagna giornalistica costarono molto cari ad alcune aziende e ad alcune persone. In termini economici e persino in termini fisici. E produssero invece grossi vantaggi editoriali ad altri, e tanto lavoro – impegnativo, costoso, inutile – ad alcune Procure decise a non mollare l’osso fino alla fine.
Benissimo. Ora sappiamo che il Caso Consip non esiste e non
esisteva, e formuliamo l’augurio che a questo punto la giustizia si riscatti
almeno un po’ chiudendo alla svelta tutti gli altri processi in corso –
frammenti del processo principale, che era questo – che non stanno più in
piedi perché si attorcigliano attorno a una ipotesi di reato del quale è stata
solennemente stabilita la non esistenza.
Vi dicevamo che qualcuno fa festa e qualcuno è in lutto.
In lutto sono alcuni settori di un paio di procure, che
intorno al caso Consip avevano costruito castelli volanti di ipotesi – che ora
non volano più – e un po’ di fama.
Ma chi soprattutto è in lutto, in lutto stretto – mi dicono che ieri in redazione il clima fosse da funerale – sono gli amici del Fatto Quotidiano, che almeno dal 2016 battono con una costanza ammirevole sul caso Consip, e lo scandalo colossale di una gara da quasi tre miliardi – la più grande d’Europa – truccata da un gruppo di malintenzionati guidati dal perfido Romeo.
Articoli,
su articoli, su articoli, e accuse, su accuse, su accuse, e richieste di
moralizzazione, di pulizia, di etica, e poi arringhe nelle varie Tv, e
tonnellate di editoriali di Travaglio, e interviste censurate, e poi…
Il Fatto aveva preso di mira Romeo anche perché si era convinto, a torto, che Romeo fosse una specie di artiglio di Renzi.
Il Fatto voleva il sangue di Renzi.
In realtà Romeo e Renzi si conoscono appena e non
hanno mai avuto rapporti o interessi comuni né in politica né tantomeno in
affari.
Semplicemente tanti anni fa Romeo – come ha fatto altre volte
con altri esponenti politici – concesse un piccolo finanziamento per la
campagna elettorale (primarie) di Renzi, che poi fu sconfitto da Bersani.
Contributo elargito alla luce del sole, registrato, fatturato e vidimato.
Succede, ai giornalisti, di prendere grandi abbagli. Ad
alcuni succede di più, ad alcuni di meno.
Pensate che ancora oggi ci sono dei giornalisti convinti che
Conte – cioè il socio di governo di Salvini – possa diventare il capo della
sinistra italiana…
E poi, però, c’è anche chi è in festa. Per esempio noi del Riformista, perché Romeo è il nostro editore, perché proprio per questo abbiamo studiato e conosciamo bene la vicenda Consip e sappiamo con certezza della sua innocenza – con certezza assoluta – perché conosciamo anche i danni gravissimi che Romeo ha subito da questa fantasmagorica azione penal-giornalistica, perché non ci siamo scordati che Alfredo è stato in prigione per sei mesi, ingiustamente, del tutto ingiustamente, e poi altri mesi ai domiciliari in una casa nella campagna in provincia di Caserta, e che ha ricevuto dei contraccolpi economici molto forti, e ingiusti anche quelli, e che sono state truccate le carte della competizione di questa nuova forma di capitalismo che è il capitalismo giudiziario. Il peggior capitalismo che si possa immaginare.
Ieri sera, dopo la proclamazione della sentenza, gli avvocati
di Romeo, Gian Domenico Caiazza e Alfredo Sorge, hanno rilasciato una breve
dichiarazione.
Che trascrivo: “ Viene smentita anche in questo processo l’impostazione accusatoria che aveva infondatamente contestato il reato di turbativa d’asta all’avvocato Romeo pur in assenza di qualsivoglia elemento a carico e viene ancora una volta accertata la correttezza dell’operato della società Romeo Gestioni nella gara Fm4 come già acclarato in altri giudizi”.
Hanno ragione gli avvocati. A me, personalmente, restano in
testa alcune domande molto inquietanti.
Prima domanda: per quale ragione Alfredo Romeo è stato messo in mezzo in questa inchiesta, e trascinato in prigione (unico imputato, unico coinvolto nel racconto degli accusatori ad essere finito in prigione), quando a tutti gli inquirenti un poco avveduti era chiarissimo dal primo momento che non era colpevole di nulla, e a suo carico mai – in nessuno degli svariati processi aperti – è emerso uno straccio di prova? Forse è stato individuato lui come anello debole perché si sapeva che non ha mai fatto parte di nessuna cordata, di nessuna alleanza, di nessuna lobby, ha sempre agito e lavorato e concorso in solitudine e questo, evidentemente – tenendolo fuori dal sistema – lo rendeva più fragile di altri?
Seconda domanda: perché è stato tenuto chiuso in cella per
sei mesi (finché non è intervenuta la Cassazione a imporre la scarcerazione)? Forse perché si sperava in quel modo
di costringerlo a parlare, ad autoaccusarsi o ad accusare, e comunque a dare un
po’ di sostanza ad una imputazione che camminava sull’acqua?
Terza domanda: Il famoso sistema-Romeo, del quale si parla in
varie requisitorie di vari processi, evidentemente non esisteva.
Benissimo. Del resto, era evidente. Qualcuno ammetterà l’abbaglio?
Quarta domanda: nel frattempo sono state emanati provvedimenti
e sentenze amministrative che penalizzano la Romeo gestioni per centinaia di
milioni sulla base delle accuse penali poi rivelatesi false.
Questo errore, pesantissimo, sarà riparato?
Vabbè, fermiamoci qui. E siccome siamo persone gentili e
gioviali, e non ce la prendiamo mai, mandiamo anche un abbraccio a Marco
Travaglio: non te la prendere, Marco, succede…